Auditorium Caruso - Gran Teatro Puccini di Torre del Lago (LU)
Venerdì 13 Aprile 2018 ore 21
MPL Communication e Dsiderecords presentano :
LA BUONA NOVELLA
di Fabrizio de Andrè
Spettacolo ideato e diretto da David Riondino In collaborazione con Fabio Battistelli
David Riondino voce solista
Chiara Riondino voce solista
Fabio Battistelli clarinetto
Accompagnati dal gruppo musicale KHORAKHANE’
Con la straordinaria partecipazione della Corale Controcanto di Torre del Lago.
Una tra le più significative e importanti raccolta di racconti in versi di Fabrizio De André, uscita nel 1970, rielaborata e interpretata per band, due voci e coro.
Parole e musica. Poesia recitata, cantata, suonata. Con quasi cinquant’anni di vita alle spalle, senza dimostrarli. “La Buona Novella” di Fabrizio De Andrè approda a Teatro, emozionante come fosse la prima volta, restituita dal talento di David Riondino.
“Io, nel vedere quest’uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l’amore”. A queste parole de Andrè affidava la propria poetica, la concezione di un Cristo fratello, che aveva incontrato nei Vangeli Apocrifi. E i testi rivelano subito tutta la propria attualità, l’urgenza e la forza, la bellezza, con istantanee di pura poesia capaci di raccontare la storia antica e moderna. Riondino riprende i testi di quell’album e crea uno spettacolo che tocca le corde del cuore, fondendo la sua corposa tonalità vocale a quella calda e roca della sorella Chiara. E da questi registri, quasi ricercando una consonanza filologica di timbri e cadenze con quelli di De Andrè, Riondino imbastisce la sua prova di cantante. Un omaggio teso ed emozionante ai testi e alla musica del “poeta” di Via del Campo.
Brani eseguiti: Laudate Dominum, L’infanzia di Maria, Il ritorno di Giuseppe ,Il sogno di Maria, Ave Maria, Maria nella bottega d’un falegname, Via della croce, Tre madri, Il testamento di Tito, Laudate Hominem
« Quando scrissi "La buona novella" era il 1969. Si era quindi in piena lotta studentesca e le persone meno attente - che sono poi sempre la maggioranza di noi - compagni, amici, coetanei, considerarono quel disco come anacronistico. Mi dicevano: "Ma come? Noi andiamo a lottare nelle università e fuori dalle università contro abusi e soprusi e tu invece ci vieni a raccontare la storia - che peraltro già conosciamo - della predicazione di Gesù Cristo." Non avevano capito che in effetti La Buona Novella voleva essere un'allegoria - era una allegoria - che si precisava nel paragone fra le istanze migliori e più sensate della rivolta del '68 e istanze, da un punto di vista spirituale sicuramente più elevate ma da un punto di vista etico sociale direi molto simili, che un signore 1969 anni prima avava fatto contro gli abusi del potere, contro i soprusi dell'autorità, in nome di un egalitarismo e di una fratellanza universali. Si chiamava Gesù di Nazaret e secondo me è stato ed è rimasto il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Non ho voluto inoltrarmi in percorsi, in sentieri, per me difficilmente percorribili, come la metafisica o addirittura la teologia, prima di tutto perché non ci capisco niente; in secondo luogo perché ho sempre pensato che se Dio non esistesse bisognerebbe inventarselo. Il che è esattamente quello che ha fatto l'uomo da quando ha messo i piedi sulla terra. Ho quindi preso spunto dagli evangelisti cosiddetti apocrifi. Apocrifo vuol dire falso, in effetti era gente vissuta: era viva, in carne ed ossa. Solo che la Chiesa mal sopportava, fino a qualche secolo fa, che fossero altre persone non di confessione cristiana ad occuparsi, appunto, di Gesù. Si tratta di scrittori, di storici, arabi, armeni, bizantini, greci, che nell'accostarsi all'argomento, nel parlare della figura di Gesù di Nazaret, lo hanno fatto direi addirittura con deferenza, con grande rispetto. Tant'è vero che ancora oggi proprio il mondo dell'Islam continua a considerare, subito dopo Maometto, e prima ancora di Abramo, Gesù di Nazaret il più grande profeta mai esistito. Laddove invece il mondo cattolico continua a considerare Maometto qualcosa di meno di un cialtrone. E questo direi che è un punto che va a favore dell'Islam. L'Islam quello serio, non facciamoci delle idee sbagliate. »
F. De Andrè